Non chiamatelo semplicemente wrestling! La lucha libre è molto di più. Un simbolo vivo della cultura messicana, al pari del mole, del tequila e dei mariachi. Una forma d’arte affascinante e dalle origini ormai secolari che appassiona ben oltre i confini del Messico, in cui sport e spettacolo si uniscono per ammaliare e divertire il pubblico.
Movimenti acrobatici, costumi elaborati e maschere sono gli elementi distintivi della lucha libre. I luchadores non devono essere solo allenati fisicamente, ma devono possedere una notevole presenza scenica e una spiccata propensione al dramma. Intrattenere il pubblico messicano non è cosa da poco. Ma la lucha libre con le sue “danze” portentose e a tratti grottesche riesce a catalizzare l’attenzione di milioni di spettatori.
Come nasce la lucha libre messicana
La lucha libre nasce dopo la metà dell’800. Quando le truppe francesi invasero il territorio messicano portarono nelle piazze, nelle arene e nei teatri la lotta greco-romana. Cominciarono a diffondersi, inoltre, spettacoli di wrestling statunitense e judo, che continuarono nonostante la crisi sociale dovuta ai conflitti. Gli incontri erano organizzati principalmente da stranieri, ma la popolarità di questo sport crebbe così tanto tra i messicani che nel 1933 nacque ufficialmente l’Empresa Mexicana de Lucha Libre.
Il 21 settembre di quell’anno sul ring dell’Arena Mexico della capitale federale si sfidarono Yaqui Joe, originario dello Stato di Sonora, e Bobby Sampson, dalla California. La vittoria del messicano decretò ufficialmente la nascita della storia della Lucha Libre messicana. Accanto all’Arena nacque una palestra, che divenne la fucina di nuovi talenti e quartier generale degli aspiranti luchadores. Tra gli anni ’40 e ’70, con l’esplosione dell’industria del cinema e della radio, i luchadores arrivarono sul grande schermo e nelle case di milioni di spettatori. La fama di questo sport raggiunse proporzioni incredibili. Scrittori del calibro di Fuentes ebbero a dire che era secondo solo al calcio.
Maschere e simbologia della lucha libre
La lucha libre non può essere compresa senza le sue maschere, che sono il riflesso dei colori del Messico e della sua unicità. Le maschere creano un alone di mistero e leggenda intorno ai luchadores, che divengono celebrità pur mantenendo enigmatica la propria identità. Il collegamento col simbolismo e il mistero che avvolge la cultura maya è presto fatto. Il design delle maschere è variegato e allo stesso tempo inconfondibile: ogni luchador crea il suo stile, con colori e forme che lo rendono unico agli occhi dello spettatore e stabiliscono con quest’ultimo una connessione fortissima. I costumi colorati e l’eccessiva teatralità degli spettacoli contribuiscono a creare il tratto distintivo di quest’arte. Non mancano i continui rimandi alla spiritualità del popolo messicano e alla “tragicità” della sua storia. Ciò che agli occhi dello spettatore può sembrare kitsch e grottesco è in realtà il simbolo del profondo legame tra la lucha libre e la cultura messicana. Le urla e i fischi dei fan, accompagnati dal ritmo battente di tamburi e matracas, sono sì un intrattenimento, ma rappresentano in qualche modo un desiderio profondo di esprimersi liberamente. La contrapposizione tra lottatori rudos e tecnicos segna, inoltre, l’eterna lotta tra buoni e cattivi.
Lottatori e lottatrici leggendarie
E’ grazie alle maschere e alle loro performance spettacolari che personaggi come El Santo e Blue Demon sono divenuti lottatori leggendari. Il primo fece la sua comparsa sul ring nel 1942, con la sua inconfondibile maschera argentata, la cappa e gli stivali. Aspramente criticato per la sua tecnica rude e selvaggia, è considerato a tutt’oggi il più grande lottatore messicano.
Blue Demon deve il suo nome al colore blu che lo contraddistingueva. Più pulito e abile nella tecnica, fu eterno rivale di El Santo. La perenne competizione tra i due ha contribuito a rendere i loro incontri spettacolari e a imprimerli nella memoria degli spettatori.
Già dai primi anni della sua nascita la lucha libre si è affermata come sport estremamente inclusivo. Anche le donne hanno trovato il loro posto in uno sport che sembrava prettamente maschile. Figure come La Dama Enmascarada, Irma Gonzales e la discutibile Dama del Silencio sono entrate a pieno titolo nella storia della lucha libre messicana.
Se le donne ebbero vita abbastanza semplice, non fu lo stesso per i luchadores exoticos: gli exoticos sono lottatori di sesso maschile con forte caratterizzazione omosessuale e/o effeminata. I loro combattimenti accentuano l’elemento del “dramma” e il rivisitano il machismo in chiave fortemente umoristica. Questa sfida alla virilità fa degli exoticos dei veri e propri antieroi osannati dal pubblico.
La lotta libera nella cultura popolare
La lucha libre ha impresso un’impronta indelebile nella cultura messicana. Gran parte del merito va ai mezzi di comunicazione, che hanno reso questo sport fruibile alle grandi masse. Se i luchadores, agli albori di questo sport entravano nelle case messicane attraverso fumetti e giornali, è grazie alla tv e al cinema che hanno oltrepassato i confini del Paese. Pellicole come El Santo contra La Hija de Frankestein, o il più recente Nacho Libre hanno portato la lucha libre all’attenzione di un pubblico sempre più grande.
Nel 2023, Amazon ha portato sullo schermo, con Cassandro, l’affascinante storia di Saúl Armendáriz, un luchador exotico che ha cambiato per sempre il ruolo degli exoticos in questo sport.
Il valore culturale di questo sport è divenuto così profondo che nel 2018 ha ricevuto il titolo di Patrimonio culturale immateriale di Città del Messico, con la seguente motivazione: “È un gioco, una magia, un teatro di vita con personaggi favolosi dotati di forza fisica, ma anche di valori; È la lotta tra il bene e il male che diventa metafora della vita; È un rituale, un mestiere rozzo che è anche un’arte di raffinata esecuzione; “È una delle espressioni della cultura popolare urbana più radicate nella nostra città e nel nostro Paese”.
Dove assistere alla lucha libre messicana
La fama della lucha libre e la sua popolarità, intesa come intrattenimento per il popolo, fanno sì che si pratichi ovunque: in arene tradizionali, palazzi dello sport o grandi piazze. Ma il tempio della lucha libre, fin dalla sua nascita, è senza dubbio l’Arena Mexico della capitale Federale.
L’Arena si trova nel distretto di Cuauhtémoc, a solo 15 minuti di auto dallo Zocalo. Il calendario degli incontri è molto fitto. Perciò, perchè non includere uno spettacolo di lucha libre messicana nel tuo itinerario di viaggio a Città del Messico?
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