L’Inti Raymi in Perù: la festa del Dio Sole

Un aspetto che accomuna molti popoli discendenti dalle civiltà precolombiane è il rapporto con antiche divinità. Le popolazioni dell’America Latina, dal Messico in giù, adoravano e temevano quegli “spiriti superiori” che per loro erano incarnati negli elementi naturali. Per loro facevano sacrifici, erigevano cittadelle e regolavano le proprie attività. Ancora oggi, nonostante i conquistadores abbiano contribuito a imporre una dottrina monoteista e basata sostanzialmente su “verità” scientifiche, queste popolazioni mantengono un legame fortissimo con il loro passato. I quechua, principali discendenti dell’Impero Inca, praticano ancora adesso riti in favore della Pacha Mama, la madre Terra, o di Viracocha, il creatore dell’uomo. A queste ed altre divinità dedicano imponenti cerimonie. In particolare, a cavallo del solstizio d’inverno, in Perù si tiene una delle maggiori rappresentazioni in onore del Dio Sole, l’Inti Raymi.

Inti, il Dio Sole

L’Inti Raymi, che si tiene a Cusco il 24 giugno, celebra Inti, il Dio Sole, e la sua rinascita. Questa grandiosa cerimonia si svolge a pochi giorni dal solstizio d’inverno, il giorno in cui il Sole è alla massima distanza dalla Terra, e, che nella cultura inca, rappresentava l’inizio di un nuovo anno. Una tradizione che continua da più di 600 anni. Inti nella scala delle divinità inca era secondo solo a Viracocha, il creatore, e di rango più alto rispetto alla Pacha Mama. Suo era il controllo sulla luce, sul calore e sull’agricoltura, e quindi sulle principali fonti di sostentamento, sia per gli uomini che per gli animali. A lui erano dedicati grandi tributi e sacrifici, oltre che riti magici, affinchè non si allontanasse dalla Terra. La famiglia reale Inca credeva di discendere direttamente dal Dio Sole, e questo è uno dei motivi per cui tutti i più grandi templi dell’Impero erano dedicati proprio a lui.

I luoghi principali dell’Inti Raymi

Non è un caso che la celebrazione dell’Inti Raymi cominci proprio nella piazza Coricancha, sulle rovine del Tempio Inca del Sole, su cui i conquistadores hanno poi eretto la Chiesa di Santo Domingo. La festa dura una settimana intera, durante la quale la città di Cusco si anima con musica, sfilate e rappresentazioni. Ma il culmine dell’evento avviene proprio il 24 giugno. Un esercito di più di 500 figuranti, vestiti in tipici abiti inca, sfila da Coricancha. Qui il Sapa Inca, imperatore degli Inca, invoca il Dio Sole e viene portato in processione fino a Plaza de Armas su un trono d’oro. La sfilata prosegue fino allo scenario principale della rappresentazione, la fortezza di Sacsayhuaman. Lungo il percorso le donne provvedono a pulire continuamente la strada per scacciare tutti gli spiriti malvagi. A Sacsayhuaman, gli spettatori attendono nella spianata della fortezza il culmine della cerimonia. Qui fa ingresso il Sapa Inca che, davanti alle delegazioni dei quattro Suyos, i punti cardinali dell’impero, sale fino all’altare sacro e offre in sacrificio a Inti un lama, per assicurare fertilità al terreno (il sacrificio è finto). La cerimonia si conclude in un’atmosfera di grande festa, tra canti e balli, che accompagnano il rientro a Cusco.

Curiosità e origini dell’Inti Raymi

L’Inti Raymi affonda le sue radici alle origini dell’Impero Inca, nel XIII secolo. La cerimonia avveniva nella piazza centrale di Cusco e durava almeno 10 giorni. Si svolgeva originariamente proprio nel giorno del solstizio d’inverno. Quando l’impero Inca scomparve, le popolazioni indigene continuarono a onorare Inti. Con l’arrivo dei conquistadores, la cerimonia fu proibita perchè considerata pagana, ma celebrazioni clandestine continuarono ad essere praticate. Nel 1944, Faustino Espinoza Navarro, basandosi sulle cronache di Garcilaso de La Vegas, effettuò una ricostruzione della festa. Da allora la celebrazione dell’Inti Raymi tornò ad essere un grande evento pubblico, pur essendo solo una rappresentazione teatrale. Il giorno della celebrazione fu fissato al 24 giugno per permettere al maggior numero di peruviani di partecipare. Il 24 Giugno, infatti, in Perù è il “Dia de Campesino”, festività nazionale. Oggi l’evento richiama migliaia di turisti da tutto il mondo, ma lo spirito Inca è ancora particolarmente sentito dai discendenti dell’Impero. In particolare, dopo il divieto da parte dei coloni spagnoli, questa festa rappresenta una forte riaffermazione culturale.

Come partecipare all’Inti Raymi

La grandiosità dell’evento e la bellezza della rappresentazione attirano turisti non solo da tutto il Perù, ma anche dal resto del mondo. L’Inti Raymi è l’evento pubblico con la maggiore partecipazione in America Latina dopo il Carnevale di Rio. In quanto pubblico, chiunque può assistere alla cerimonia e seguire il percorso della processione da Coricancha fino alla fortezza di Sacsayhuaman, posizionandosi sulle colline circostanti a quest’ultima. Bisogna mettere in conto che la visuale potrebbe non essere ottimale, ma soprattutto è necessario munirsi di scarpe comode, acqua e crema solare! Per chi, invece, desidera avere un punto di osservazione speciale, è possibile prenotare, tramite agenzie autorizzate, un posto riservato nella fortezza, e attendere l’arrivo della processione. Sono tanti i tour organizzati in occasione di questa festa, che, oltre a Cusco, includono nell’itinerario la visita di altre tappe del Paese, come Arequipa, o la Valle del Colca. Unendosi a uno di questi tour si ha il vantaggio di avere una guida esperta al seguito che, oltre ad accompagnare, racconta il significato di questo importante momento.

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