Outer Banks: il paradiso selvaggio del North Carolina

outer banks

Quando ho deciso di parlare delle Outer Banks sul mio blog, l’intento era quello di far scoprire a chi non lo conoscesse un piccolo pezzo di paradiso, fatto di spiagge battute dal vento, pittoreschi villaggi, incantevoli fari e scenari naturali unici. Insomma, un angolo di Stati Uniti poco noto ma che nulla ha da invidiare ai suoi vicini più blasonati.

Il North Carolina, di cui le Outer Banks fanno parte, confina, infatti, con Stati ben più conosciuti, come Tennessee e Georgia, ma raramente compare negli itinerari di viaggio di chi sceglie gli Usa come destinazione.

Eppure il North Carolina è un microcosmo che racchiude in sè pezzettini presi da ogni parte d’America: il paesaggio varia dai panorami montani degli Appalachi alle lunghe distese di sabbia della costa atlantica, passando per la fitta foresta di Pisgah National Forest e l’area lacustre di Albermale. Un mosaico unico di luoghi e persone, di cui le Outer Banks sono il pezzo forte!

A dispetto della loro scarsa notorietà, queste isole di barriera hanno dato il nome ad una nota serie televisiva statunitense per adolescenti, andata in onda per la prima volta nel 2020, con discreto successo. Ovviamente, come molte serie che si rispettino, anche questa non è girata nel luogo da cui prende il nome. Le riprese, infatti, si svolgono in gran parte nel vicino South Carolina.

Curiosità storiche sulle Outer Banks

Conosciute anche come OBX, le Outer Banks possono vantare avvenimenti storici di portata incredibile: primo fra tutti quello che nel lontano XVI secolo portò Sir Walter Raleigh a fondare quella che di fatto costituiva la seconda colonia europea in tutto il Nord America, dopo quella di Terranova, in Canada. La sua spedizione era approdata a Roanoke Island, descritta come una terra rigogliosa e abitata da gente amichevole e che all’epoca prese il nome di Virginia, in onore della regina britannica. Sir Raleigh non ebbe destino felice: giustiziato anni dopo, ebbe in compenso la fortuna di aver dato il nome alla capitale del North Carolina.

Dalla spedizione di Raleigh in poi le Outer Banks divennero terra di conquista per corsari e pirati, in cerca di ricchezze o di un rifugio sicuro. Anche il temibile Barbanera, al secolo Edward Teach, aveva stabilito qui la sua base.

Tanti furono i navigatori a sfidare la sorte in questo lembo di atlantico, dove le dune sono continuamente smosse dal vento implacabile. Un vento tanto forte da mietere innumerevoli vittime e far “meritare” a questo luogo l’infame appellativo di “Graveyard of the Atlantic”, il Cimitero dell’Atlantico. Una triste fama, che in compenso ha portato nelle Outer Banks tanti appassionati di immersioni alla ricerca di antichi relitti.

Le Outer Banks sono state, inoltre, teatro di grandi sperimentazioni: fu proprio qui che i fratelli Wright, a Kill Devil Hills, realizzarono il sogno di far volare il primo velivolo con un pilota a bordo. Un evento che cambiò per sempre le sorti dell’aviazione. Era il 17 dicembre del 1903.

Dove si trovano le Outer Banks

Una lunga e sottile striscia di isole di barriera corre lungo la costa atlantica del North Carolina formando un grosso arco che va dal confine con la Virginia a nord fino a Cape Lookout nel sud. Ponti e traghetti collegano queste isole, laddove la lingua di terra si interrompe.

La Highway 12 percorre gran parte delle Outer Banks, da Corolla fino ad Ocracoke, attraversando in circa 200 km incantevoli località di mare, alcune dall’aria elegante e raffinata, altre dall’atmosfera più hippie. Lungo il percorso storici fari fanno capolino e, addentrandosi tra le alte dune, non è difficile ammirare i cavalli che corrono liberamente sulla sabbia. Un viaggio on the road unico che fa della Highway 12 una delle strade più affascinanti da percorrere in tutto il Nord America.

Da nord a sud le isole si dividono in 5 gruppi distinti, ognuno con le sue cittadine. Currituck Banks con Carova e Corolla, Bodie Island da Duck a Nags Head, Roanoke Island che comprende Manteo e Wanchese, Hatteras Island da Rodanthe ad Hatteras, e infine Ocracoke Island.

Cosa vedere nelle Outer Banks

Le Outer Banks sono una destinazione ancora poco battuta dal turismo internazionale, ma una meta molto amata dagli americani, che qui vengono principalmente per godersi l’atmosfera rilassata da spiaggia o praticare sport d’acqua. In realtà, queste isole di barriera hanno molto di più da offrire: un complesso e unico ecosistema accoglie innumerevoli specie animali. Gli appassionati del birdwatching, di pesca e amanti del kayak non resteranno certo delusi da un viaggio alle Outer Banks.

I Mustang selvaggi di Currituck Banks

L’avventura alla scoperta di queste isole non può che cominciare a Corolla, punto di inizio della scenografica Highway 12. In questa piccola cittadina dall’aria moderna, pullulano raffinati negozi e ottimi ristoranti. Ma Corolla “nasconde” anche un fascino selvaggio: da qui potrai, infatti, avventurarti in 4X4 a Carova Beach, per ammirare gli splendidi esemplari di Mustang selvaggi che scorrazzano liberamente sulla sabbia o, più di frequente, tra il manto erboso del Currituck National Wild Refuge.

carova beach outer banks

Nel verde acceso di questa grande area protetta vivono numerose specie di uccelli migratori e il paesaggio cambia dalle dune sabbiose di Carova Beach alle paludi salmastre e alle foreste marittime dell’interno. In questo variegato scenario il Currituck Lighthouse spicca con il rosso dei suoi mattoni. Attivo ininterrottamente dal 1875, il faro si può visitare anche all’interno: una scala di più di 200 gradini porta alla cima, dove si può ammirare una vista incredibile sull’Atlantico da un lato e il Currituck Sound dall’altro.

Dalla pittoresca Duck al monumento ai fratelli Wright

Poco più a sud, la cittadina di Duck a Bodie Island è un’altra piacevole sorpresa. Qui si trovano alcuni dei più caratteristici cottage delle Outer Banks, nonchè alcuni dei migliori ristoranti e caffè di queste isole. Il Ducktown Park è un grande parco pubblico, aperto 24 ore su 24, dove vale la pena di spendere qualche ora: si possono fare pic nic all’aria aperta, praticare kayak o sport liberi, ma soprattutto godersi i meravigliosi tramonti delle Outer Banks nella cornice del Currituck Sound.

Ancora pochi km a sud e la Highway 12 porta a Kitty Hawk. Qui le possibilità per fare shopping o assaggiare la cucina locale sono molto più numerose. Ma nonostante l’atmosfera più vivace e l’evidente maggiore antropizzazione del territorio, l’assetto urbano della cittadina non stona con il paesaggio circostante. La spiaggia urbana è ideale per chi pratica surf o sport a vela e una passeggiata sul lungo pontile in legno del molo è d’obbligo per i “sunset catchers”.

kill devil hills outer banks

La strada prosegue per Kill Devil Hills, dove una torre in granito di 18 metri ricorda l’impresa dei fratelli Wright che qui scrissero la storia dell’aviazione. Il Wright Brother National Memorial ripercorre con foto, modelli e documenti i tentativi dei fratelli che più volte cercarono invano di realizzare il proprio sogno. Finchè nel dicembre del 1903 riuscirono finalmente a far decollare il loro primo velivolo, aprendo la strada a grandi pionieri (tra questi la grande Amelia Earhart di parlo qui). Ammirare da vicino i fratelli e il veicolo usato in quel fatidico giorno scolpiti nell’attimo in cui stava avvenendo il decollo è un’esperienza molto emozionante.

bodie island lighthouse

Poco più a sud si apre uno scenario di paludi e foreste: la Nags Head Woods preserve è un’area dal valore naturalistico unico. Qui si trova una delle foreste marittime più grandi e intatte di tutta costa atlantica. Da qui si raggiunge il Jockey’s Ridge State Park che vanta la presenza della più grande duna di sabbia di tutta la costa orientale. Il viaggio a Bodie Island non può che concludersi con una visita a un tipico faro: il Bodie Island Lighthouse, dalle caratteristiche strisce bianche e nere, si erge nel paesaggio circostante dall’alto dei suoi circa 50 metri.

Un tuffo nella storia a Roanoke Island

Una breve deviazione dalla Highway12 conduce a Roanoke Island. Qui le dune di sabbia che attraggono i visitatori nelle altre isole lasciano il posto alla storia. Quest’isola fu teatro del primo insediamento nordamericano dei coloni britannici che, sotto il comando di Sir Walter Raleigh, giunsero qui sul finire del XVI secolo. Una storia avvolta nel mistero: a distanza di soli 3 anni dal primo approdo, gli inglesi inviarono a Roanoke Island delle navi con rifornimenti per i coloni ma trovarono l’isola completamente vuota. Ecco perchè Roanoke si è meritata il titolo di Lost Colony.

Al Roanoke Island Festival Park i visitatori possono assistere alla storia che prende vita: uno spettacolo interattivo mette in scena la vita ai tempi dei primi coloni. Figuranti con gli abiti del tempo raccontano di come si svolgevano le attività quotidiane nell’insediamento britannico, dalle coltivazioni alla pesca, con uno sguardo attento alle usanze dei nativi che i coloni incontrarono in queste terre. Una delle attrazioni più apprezzate del parco è sicuramente la ricostruzione della Elizabeth II, una delle navi arrivate direttamente dall’Inghilterra. Natura e storia rivivono anche agli Elizabethan Gardens, uno spettacolo unico di fiori, alberi e piante che a ogni stagione regala emozioni diverse.

I fari delle isole del sud: Hatteras e Ocracoke

La Highway12 procede verso sud regalando scenari straordinari. Da un lato oceano a perdita d’occhio e dall’altro il Camlico Sound. Prima di giungere ad Hatteras, dove la terraferma si interrompe, il faro di Cape Hatteras è una tappa obbligata. Non solo perchè si tratta del più alto faro di tutti gli Stati Uniti e per il suo particolare disegno a spirali bianche e nere, ma anche per la sua particolare reputazione. In questo angolo di atlantico dove le correnti sono particolarmente insidiose, innumerevoli imbarcazioni si sono inabissate dando a questo luogo la fama di “Graveyard of the Atlantic”.

Con un traghetto si raggiunge Ocracoke Island, ultima tappa di questo viaggio e sede di un altro suggestivo faro, the Ocracoke Lighthouse, uno dei fari attivi più antichi della nazione. Diversa dalle altre isole di barriera delle Outer Banks, Ocracoke regala km e km di spiagge selvagge e incontaminate. Non a caso è chiamata la “Perla delle Outer Banks”. Furono probabilmente la sua posizione più isolata e l’atmosfera tranquilla ad attirare qui anche il pirata Barbanera, che vi stabilì la sua base. Quale modo migliore di terminare questa avventura se non godendosi un tramonto sulla meravigliosa Ocracoke Beach?

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